Domenica 7 febbraio, verso le nove e mezza del mattino, insieme al nostro fido autista Yapa siamo andati al mercato del pesce. Il mio collega appena sceso dalla macchina, dopo aver sentito il puzzo terribile, ha deciso di aspettarci lì con i finestrini ben sigillati. Io e Yapa siamo entrati. L'odore in effetti era nauseabondo, ma stranamente all'interno la situazione migliorava. Il mercato è un posto per certi versi affascinante, un'esperienza dove tutti i cinque sensi vengono coinvolti. Il già citato olfatto, la vista...i colori dei sari delle donne e pesci di ogni varietà, l'udito...grida da tutte le parti, il gusto...già ero con la testa davanti al mio bel piatto di spaghetti (barilla) con gamberi e il tatto...una gran folla di persone mi spingeva quà e là.
Ho girato un pò e ho individuato una signora, con la faccia simpatica rigorosamente scalza, che aveva una varietà infita di tiger prawns (gamberi tigre). Ne ho presi un paio di kg a circa 400 rupie, al cambio attuale poco più di sette euro. Purtroppo non sono riuscito a contrattare come avrei voluto, la confusione era tanta e non si riusciva bene nè a mantenere l'equilibrio nè ad intendersi. Non che il prezzo fosse alto, almeno per gli standard occidentali, ma la contrattazione in questi paesi è una sorta di obbligo morale.
Il mio collega nonostante non se la sia sentita di entrare si è fatto perdonare alla grande in cucina. La sera ci siamo fatti il nostro bel piatto di spaghetti con i gamberoni: un pò d'olio d'oliva, aglio e peperoncino per il soffritto, i tiger prawns puliti per bene ed un pò di prezzemolo per dare il tocco finale.
Comunque mi ha promesso che la prossima volta entra.
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