venerdì 28 agosto 2009

IPL


Non si può tenere un blog che si rispetti sull'India senza, prima o poi, finire per parlare del loro passatempo nazionale preferito: il cricket. Lo sport fù importato, nella sua forma tradizionale, dagli Inglesi e come spesso succede in questi casi gli allievi, ben presto, superano i maestri. Nel subcontiente il cricket ha la stessa popolarità e visibilità che da noi in Europa ha il calcio. Girando per le strade si incontrano gruppetti di ragazzini chiassosi intenti a colpir palline con la caratteristica mazza e bar e ristoranti sono strapieni quando in tv trasmettono qualsivoglia partita.


Parlavo di forma tradizionale del gioco perchè da un pò di anni, 2003 circa, è stata inserita una nuova variante. Per rendere lo sport più fruibile, televisivamente parlando, la federezione internazionale ha deciso di creare la modalità twenty-20. Le partite di cricket potevano, infatti, durare anche diversi giorni così si è deciso di introdurre una versione più breve dove gli incontri non oltrepassano le tre ore. Come una partita di baseball per intenderci, di cui il cricket è il fratello maggiore. Lo sport americano infatti non è altro che una semplificazione dell'inglese e quest'ultimo nè ricalca più o meno le regole con alcune sostanziali differenze. Innanzitutto il gomito di chi lancia non può piegarsi, il battitore non viene eliminato dopo tre strikes ma se viene colpito il wicket (tre bastoncini di legno) alle sue spalle e i punti vengono conteggiati diversamente. Ho molto snellito il tutto ma vi assicuro che è meglio così.


Nel 2007 si sono tenuti i primi campionati del mondo con la nuova formula (ICC twenty-20) e l'India, nonostante partisse svaforita, ha portato a casa la Coppa. In tutto il Paese, così mi hanno detto, si sono registrate le stesse scene di giubilo e delirio che da noi dopo la magica notte di Berlino. Sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria nel campionato mondiale, la federazione indiana ha deciso di creare una nuova lega professionistica: la IPL, Indian Premier League.


Scimmiotando un pò la Premier League inglese, un pò la NBA americana si sono messe insieme otto franchigie, corrispondenti alle principali città indiane. Dai nomi altisonanti, abbiamo, per fare qualche esempio: i New Delhi Daredevils, i Chennai Super Kings e i Kolkatta Knight Riders. Quest'ultimi peraltro di proprietà di una delle star più luminose di Bollywood: Shah Rukh Khan.


Nonostante l'immensa popolarità, la neonata lega non ha lo stesso giro di denaro delle nostre calcistiche europee però è una delle più ricche per quanto riguarda il cricket. I giornali locali sono pieni di notizie su trasferimenti di giocatori inglesi, australiani o neozelandesi. Attirati dalla montagna di rupie decidono di venire a giocare nell'IPL. Parliamo comunque al massimo di un paio di milioni di dollari americani, siamo ancora lontani anni luce dai vari Cristiano Ronaldo e Kakà.


Il subcontinente è uno dei pochi posti del globo dove il calcio non ha mai attecchito, per la verità un campionato ce l'hanno anche, sono perfino riuscito a vedere qualche partita in TV, ma il livello è infimo e lo spettacolo pietoso.


Per la cronaca l'ultima IPL è stata vinta dai Deccan Chargers. Evvai...


c.


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