mercoledì 11 novembre 2009

LV


Appena arrivato a Pudu ne avevo subito sentito parlare ma immaginavo fosse la classica leggenda metropolitana.
Non credevo o non volevo credere che la Louis Vuitton avesse aperto un suo stabilimento produttivo in India. Va bene la delocalizzazione ed i nuovi mercati emergenti ma la più prestigiosa azienda del lusso, oggi come oggi, del Mondo che realizza i suoi preziosi bauletti nel Tamil Nadu mi sembrava cosa poco credibile. Anche perché avendo lavorato per un'impresa simile sò quello che significa produrre eccellenza e non pensavo (lo penso tuttora) fosse possibile farlo quaggiù.

Ed invece, puntualmente, mi sono dovuto ricredere. Ho incontrato Antuane al Baker Street, la french bakery locale, una domenica mattina. Ero andato per il mio classico brunch: i croissant che fanno potrebbero tranquillamente essere serviti in un qualsiasi bar italiano, sono ottimi. Stavo quindi facendo colazione/pranzo quando entrò questo ragazzo francese che avevo già visto in giro diverse altre volte. Pudu è piccolina ed alla fine le facce sono sempre le stesse.
Ci siamo salutati ed abbiamo iniziato a chiacchierare. Con mia grande sorpresa si espresse in un ottimo italiano, è raro trovare francesi che parlano la nostra lingua: l'aveva imparata a Padova dove era stato due anni per lavoro.
Venne fuori che: anche lui è giù per affari, anche lui ogni paio di mesi torna a casa (Tolosa) ed anche lui è nel settore calzaturiero, l'azienda per cui lavora produce tomaie (la parte superiore della scarpa) e piccola pelletteria...rimase, però, vago sul nome del datore di lavoro.
Successivamente ci siamo ritrovati dopo cena per un Mojito e parlando delle rispettive disavventure in ufficio ho scoperto che è il responsabile della parte produttiva/amministrativa, appunto, per la Louis Vuitton di Pondy.
La fabbrica esiste e produce a pieno regime.
In Italia lavorava per la stessa azienda ed è stato mandando nel sub-continente dopo che il suo capo trovò nel curriculum vitae una precedente esperienza, pre-laurea, di internship in India.

Ragazzo brillante, sulla trentina, simpatico e con la battuta pronta. Mi confessava che secondo lui gli italiani sono un po' snob e con la puzza sotto il naso...uhm, più o meno quello che ho sempre pensato di loro. Quello che si intende per soggettivo...

c.



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