Venerdì scorso la moglie del nostro fidato autista Yapa ha partorito una splendida bambina.
Sabato sono uscito un po' prima dal lavoro: Francis, il mio amico romano, veniva a trovarmi da Chennai ed avevamo appuntamento per pranzo al suo hotel. Così Yapa verso l'una mi ha riaccompagnato in centro, durante il tragitto mi ha chiesto se volevo passare a trovare sua moglie e la neonata. Ho accettato molto volentieri. Ho avvertito Francis che avrei fatto tardi e siamo andati diretti in ospedale. La struttura si trova nel quartiere francese, è privata ed è gestita dalle suore cattoliche. Yapa ha preferito portare la moglie qui nonostante il conto da pagare sia più alto rispetto alla clinica governativa. A detta sua il servizio è migliore e le camere sono più pulite e meno affollate.
Siamo saliti al reparto maternità al secondo piano: in effetti tutto sembrava ben tenuto ed igienico. Arrivati alla stanza della puerpera, tre metri quadri per tre, tre posti letto e quindici persone dentro (ho subito ripensato al discorso del "meno affollato della clinica governativa"), c'erano ad aspettarci la nonna e la bambina. Appena due giorni di vita, molto chiara e con tantissimi capelli. Sorpresi dalla mia visita mi hanno subito messo in braccio la marmocchia ed hanno iniziato a scattar foto con i cellulari.
Siamo rimasti circa un quarto d'ora. Nel frattempo c'è stato un via vai continuo di parenti e amici, tutti molto contenti di trovarmi lì: ero l'unico bianco dell'intero piano.
Di preciso non conosco la situazione dalle nostre parti in Italia, però sta bambina minuscola, che aveva voglia solo di dormire, passata di mano in mano mi faceva sorridere. Immagino che le nostre neo-mamme siano molto più gelose e paranoiche.
Yapa nei giorni scorsi mi aveva fatto vedere una lista con dei possibili nomi: ancora non sapeva però il sesso della bimba, quaggiù questo tipo di esami pre-parto sono proibiti. Fra quelli femminili comunque Thabata (Tamil Queen, Regina del Tamil) non mi dispiaceva.
L'ultima parola però spetta alla Mamma.
c.
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