venerdì 11 settembre 2009

La svastica e la bandiera italiana



All'inizio ero perplesso: ritrovare in continuazione delle svastiche su camion, portoni, templi, elefanti e perfino manifesti pubblicitari mi lasciava alquanto stupito. Ovviamente avevo capito che il significato attribuito al simbolo non poteva essere lo stesso per cui è tristemente noto dalle nostre parti ma non riuscivo a conglierne il senso. Ho iniziato a chiedere in giro ed ho scoperto che la svastica simbologicamente appartiene alla tradizione Indu e solo successivamente è stata ripresa, in Europa, dai seguaci del nazional-socialismo per indicarne la appartenenza . Per l'induismo il simbolo è bene augurante e rappresenta in maniera stilizzata il Sole. Il nesso con il movimento politico del Fuhrer mi sfugge fatto stà però che venne adottato in Germania e poi la storia ha fatto il suo corso.


Altra usanza piuttosto bizzarra, almeno agli occhi occidentali, è quella di appendere sui ponteggi delle case in costruzione dei fantocci con la testa di demone simili a degli spaventapasseri. Credo si voglia proteggere il lavoratore da cattivi presagi. Ne hanno senza dubbio bisogno considerando che le regole per la sicurezza nei cantieri edili non sono proprio la prima priorità degli impresari. La maggiorparte dei manovali e dei carpentieri gira scalza e lavora in bilico su dei ponteggi di bambù che stanno in piedi per scommessa.


La testa di demone comunque ritorna, infatti ogni casa ne ha una a vegliare su di essa. Generalmente sono fatte di terraccotta: per intenderci sono dei vasi rovesciati a cui aggiungono due corna e dipingono una faccia sopra. Ne ho presa una anche io per il mio appartamento alla modica cifra di 200 rps (due euro e poco più...cosa non si fà per un pò di sicurezza). Veramente è molto brutta ed anche un pò inquietante, se non servisse da buon auspicio direi perfino che porta sfiga ma la padrona di casa mi ha rassicurato sul buon esito dell'acquisto.E' la stessa persona però che tiene una pietra penzolante appesa sopra al suo portone, per canalizzare l'energia che gira libera a Pondy.

Comunque mio padre, impresario edile, quando finiva di gettare un tetto sopra alla casa issava una bandiera italiana...Paese che vai tradizioni che trovi...

martedì 8 settembre 2009

La Tribù

Il primo reality show della nuova stagione televisiva targata Mediaset, La Tribù, sarà ambientato in India. Per la precisione Goa: un piccolo Stato sulla costa ovest del Paese.
Goa ha goduto di una certa popolarità negli anni sessanta come metà del turismo hippy di mezzo mondo. Era considerata una sorta di Shangri-La, dove sesso e droga erano liberi e a buon mercato e dove si poteva raggiungere la catarsi spirituale.

Dopo un periodo di declino, piuttosto lungo, oggi si stà riciclando come località di villeggiatura a vocazione familiare. Il suo litorale stà diventando un susseguirsi dei soliti villaggi, resort e alberghi di lusso noti come se ne possono trovare in tutte le classiche mete del turismo di massa mondiale. Da Sharm el Sheik fino a Bali passando per Malindi.

Qualche romantico irriducibile che arriva per la droga, il sesso e la purificazione dello spirito c'è ancora ma oramai si deve accontentare di un pò di folclore.

Quindi dicevamo del reality di Canale 5 ambientato quaggiù. La formula sarà sempre la stessa: una quindicina di vip o presunti tali scaraventati nella mistica e selvaggia India (Goa?!?) alle prese con prove di coraggio e resistenza. Il tutto condito da urla e litigate; qualche scenata di gelosia del fidanzato/a di turno lasciato/a a casa e per un paio di mesi il prime time del giovedì sera dell'ammiraglia Mediaset sarà a posto. La conduttrice dovrebbe essere Paola Perego, altra garanzia in fatto di reality.

Ah...dimenticavo l'inviato in loco: è stato scelto il redivivo Paolo Brosio. Dopo un matrimonio andato a male e la conseguente perdita della trebisonda, l'ex giornalista ha confessato di aver affogato i dispiaceri per la separazione in alcool, droga e mignotte...chissà che l'India non faccia proprio al caso suo per dare una calmata ai bollenti spiriti.

Non voglio comunque assolutamente essere snob o criticare: i commenti intellettualoidi sulla televisione come cattiva maestra li lascio agli addetti ai lavori. Anche perchè quando ho tempo libero sono il primo che si piazza lì davanti e fa il tifo per Pasquale Laricchia.

Mi aveva soltanto incuriosito la scelta della location, Goa: sarebbe un pò come se uno viene in Italia per carpirne l'essenza più vera e poi và a finire all'Acquafan di Riccione. Se proprio dovevano farla bene potevano andarsene alle pendici dell'Himalaya, in qualche valle sperduta del Nord Est o perchè no, nel Tamil Nadu.

Evidentemente la troupe al seguito dei concorrenti avrà trovato più interessante una notte al casinò dell'Park Hyatt Goa Resort and Spa piuttosto che mangiare byriani alla luce di una candela nel campo base di Annapurna.

Come biasimarli...

c.

lunedì 7 settembre 2009

venerdì 4 settembre 2009

Royal Enfield

Se sei occidentale, vivi in India e sei figo devi avere una Royal Enfield...


Considerando che nella mia adolescenza non ho avuto neanche un Si, faccio fatica ad immaginarmi sopra ad una moto. L'India, oltretutto, non è il posto più indicato per un neofita che vuole iniziare a guidare qualsivoglia mezzo meccanico.

La Royal Enfield è una moto inglese dal design old-style prodotta in India, più precisamente a Chennai. La fabbrica originale dovrebbe aver chiuso o almeno la proprietà inglese dovrebbe essersene andata ma la produzione continua. La moto sembra un residuato bellico della seconda guerra mondiale ed assomiglia vagamente ad una nostra MotoGuzzi. Fa un rumore infernale ed è il mezzo preferito dagli euro/americani che abitano quaggiù. Ha indubbiamente un certo fascino, come tutte le cose vintage, ma tecnicamente dovrebbe essere una specie di trattore. Addirittura ne ho viste alcune versioni Diesel: la cosa sembra sorprendere molto gli appassionati di motociclette.
Il modello più in voga è il Bullet. Il prezzo si aggira intorno ai 400 euro, per uno di seconda mano, poi se ne dovrebbero spendere altrettanti per dargli una messa apposto ed a quel punto si può iniziare a scorazzare in giro con la bestiola.

L'idea di acquistarne una non mi è passata neanche per l'anticamera del cervello. La mia Tata, perarltro guidata da Yapa, è più che sufficente per gli spostamenti casa-ufficio. E se devo arrivare da qualche parte a Pondy faccio due passi o mi affido ad un tuk tuk. Però veder sfrecciare (30 km/h) stì aurovilliani a bordo dei loro fiammanti mezzi un pò mi crea qualche invidia.

Poi ripenso agli autobus folli che vanno sorpassando contromano a tutta velocità non curanti di quello che gli passa accanto e soprattuto ripenso al Si che non ho mai avuto e chiamo Yapa per sapere che fine ha fatto...
c.

giovedì 3 settembre 2009

Il Derby della Madonnina


Il mio primo Derby della Madonnina in salsa masala è stato una catastrofe. Per la verità ero quaggiù anche a maggio per il Milan-Inter di ritorno dello scorso campionato. Ma allora non ho avuto modo di vederlo. La tv che ha trasmesso la partita sabato scorso, Neo sport, ha acquistato i diritti della Serie A da questa stagione.

Sabato dalle cinque alle sei ero andato a riposare per arrivare fresco all'appuntamento. Con il fuso orario il calcio d'inizio, in India, era programmato per mezzanotte e un quarto. Verso le otto vado da Davide, ceniamo insieme poi chiaccheriamo allegramente per ingannare l'attesa. Oltre a me e al padrone di casa c'erano l'altro Davide, Diego e Jorge, il fratello di Nuria (la fidanzata di Diego). Tutti e quattro completamente estranei ad ogni cosa orbitasse intorno ad un pallone...fino a quella sera. Per rendere la serata più interessante Diego e l'altro Davide, entrambi lombardi, memori della loro fede nerazzurra alle scuole elementari si sono schierati contro il sottoscritto e il Milan.

Tragedia annunciata.


Alla fine dei primi 45 minuti già stavamo sul 3 a 0 per la squadra dello specialone. Gattuso poco prima del riposo si era già avviato mestamente sotto la doccia. Aveva fatto un fallo sconsiderato nel cerchio di centrocampo ai danni di Sneider che gli era costato il secondo cartellino giallo. Insomma la partita era virtualmente finita, rimaneva solo da salvare la faccia. Non è da Milan limitare i danni ma purtroppo a tutti capitano delle serate storte.


Dal primo gol di ThiagoMotta a casa di Davide è esplosa la torcida interista: cori e sfottò contro di me, il Milan e il suo Presidente. Tutto sommato ci stà, seguire il calcio significa anche saper accettare con il sorriso sulle labbra siuazioni del genere.


Certo però che Seedorf in ciabatte...


c.

martedì 1 settembre 2009

Force India



Domenica scorsa Giancarlo Fisichella a bordo della sua Force India si è classificato secondo nel Gran Premio del Belgio, guadagnando il primo podio e i primi punti mondiali per il team indiano. Già nelle qualifiche del sabato era riuscito ad ottenere la pole position fra lo stupore generale. Anche lo stesso pilota romano, intervistato dopo l'impresa, aveva confessato di non spiegarsi bene le ragioni della sua prestazione. Nè lui nè i suoi ingegneri avevano apportato particolari modifiche alla monoposto.


Fatto stà che è arrivato questo fantastico risultato dopo quasi due stagioni. La Force India è alla sua seconda partecipazione nel campionato mondiale di Formula 1. La sua presenza doveva fare da traino per l'imminente entrata, 2011, del circuito indiano di Noida nel calendario del Circus. Il primo anno però era stato delundente, le due vetture della scuderia avevano totalizzato zero punti e il secondo stava prendendo la brutta china del primo anche se qualche migliorameno c'era stato.


Considerando che in questa stagione sia la Ferrari che la McLaren stanno deludendo ed è il campionato delle sorprese, Brawn Gp e Red Bull in primis, ci si aspettava qualcosa in più dagli indiani. Invece fino al Belgio calma piatta. Lo zero nella casella dei punti mondiali non sarebbe stato un buon biglietto da visita per l'ingresso del subcontinente nel giro dei paesi ospitanti. La pressione sugli uomini arancio-bianco-verdi stava quindi crescendo, anche perchè quaggiù il Mondiale, nonostante tutti gli sforzi, non sembra poi interessare più di tanto.


Ed ecco che arriva il primo, insperato podio e con lui i primi titoloni sui principali quotidiani e i servizi di apertura nei telegiornali nazionali.


Il patron della scuderia è il magnate locale Vijay Mallya proprietario dell'onnipresente Kingfisher, la birra indiana più famosa nel mondo, patrimonio stimato di circa un paio di miliardi di dollari. Come tutti i super-ricchi che si rispettino anche Vijay ha il suo mega-yatch di ordinanza e diversifica i suoi affari. Nel 2005, ricalcando le orme del più popolare Richard Branson patron Virgin, ha fondato una compagnia aerea con il medesimo nome della birra: Kingfisher Airlines. Possiede anche una televisione satellitare, la NDTV e chissà cos'altro.


Vijay si stà occupando anche dello sviluppo e della costruzione del circuito di F1 a Noida, sobborgo di Delhi nonostante sia in un altro Stato rispetto alla capitale (?!?).


Comunque non mancano le polemiche ad accompagnare la possibile entrata del circuito Indiano nel calendario della F1. Svariate personalità politiche molto influenti nel sub-continente ritengono il tutto solamente un arricchimento, ulteriore, dei soliti noti e non un veicolo per lo sviluppo dello sport in India: l'idea che si era fatta passare inizialmente per lo stanziamento dei fondi pubblici necessari alla costruzione dell'opera.


Concludo gridando: Forza Badoerrrrrrrrrrrrrrr...